Proposta di costituzione di un “FORUM PERMANENTE” 

Seguo, attraverso il lavoro della mia Associazione – l’Associazione fra ex Consiglieri regionali, di cui sono Presidente – con crescente preoccupazione, le vicende sociali segnalate alla pubblica opinione dalla stampa locale  e confesso che, pur essendo stato partecipe di responsabilità sindacali e politiche, non invidio i concittadini che oggi sono partecipi della responsabilità di dirigere la Calabria.
Provo ad indicarvene la ragione.

Se guardo la nostra terra dall’alto, dal punto in cui è possibile dominarla con un sol colpo d’occhio, vedo tanti piccoli incendi svilupparsi e sono assalito dal timore, talvolta dalla paura, che la Calabria stessa possa ardere in un gigantesco rogo. Non si tratta di una visione “dantesca”, ma di una osservazione che provo a trasmettervi.
La più grande e significativa delle Istituzioni calabresi, la Regione (Governo e Consiglio), arde. I Comuni calabresi ed i loro Sindaci, la prima trincea di governo delle Comunità, sono sotto il tiro della malapianta che infesta il territorio calabrese, la “ndrangheta”, che sviluppa il suo progetto senza battere ciglio, con ogni sorta di efferatezze, a protezione dei suoi interessi “forti”, illegali e devastanti per la convivenza civile.
Arde la pubblica amministrazione, afflitta da mali endemici come la inefficienza e la assenza di professionalità o da “peccati di maggiore gravità”, incapace di sottrarsi alle pressioni di diverso genere che tutti i giorni domandano “favori”,  acquiescenza, silenzio, nessun controllo, insomma “libertà di fare come meglio si crede”,  o, addirittura, l’imbroglio, il raggiro della norma di legge.
Arde la Magistratura, intasata da migliaia di processi in gestazione e migliaia di richieste di intervento, che fanno constatare come non ci siano più, e da tanto tempo, organici, uffici, strutture, carceri, sufficienti ad affrontare la mole di lavoro che sembra un eufemismo definire impressionante.
Arde l’imprenditoria privata calabrese, nelle sue diverse componenti, quella dedita alla creazione della ricchezza e dell’occupazione, vessata e costretta dal sistema creditizio e dalla “ndrangheta” a pagare il “pizzo”, a cui riesce sempre più difficile far quadrare i bilanci. E l’imprenditoria “parassitaria” che, pur di stare sul mercato, si serve di tutto, del lavoro nero, delle buste paga ridotte, dell’evasione contributiva, dello sfruttamento del lavoratore al di là di ogni possibile immaginazione ed anche della “protezione” mafiosa per aggiudicarsi gli appalti pubblici.
Ardono le Aziende pubbliche strumentali della Regione, vere e proprie fonti di spreco ed esempi devastanti di mala organizzazione ed auto – referenzialità, veri e propri centri parassitari.
Arde il lavoro, che la teoria della flessibilità vorrebbe relegare a semplice “corredo” del sistema produttivo, che annovera ai primi posti lavoro nero e precarietà “eterna”, negando così al lavoratore, proprio partendo dal diniego di una giusta remunerazione della sua fatica, il diritto alla casa, alla sanità, alla famiglia, alla vita, alla partecipazione alla vita della comunità. La difficoltà connessa, di intrattenere serie e positive relazioni industriali, anche in casi in cui le parti sociali avrebbero il dovere di parlarsi “guardandosi negli occhi” e capirsi, avendo come riferimento la pratica del realizzo del “bene comune”. Non può essere ritenuta sufficiente l’analisi riferita alle sole conseguenze della “globalizzazione” ed alle sole ragioni della “competizione”,  per stabilire la “giusta remunerazione” del lavoro, in un dato tempo ed in un dato luogo, se non c’è la giusta valorizzazione della partecipazione del lavoratore alla vita dell’impresa, tempo per tempo e
qualunque sia la sua dimensione o la sua localizzazione.  Voglio ricordare, oggi, soltanto le vertenze Gioia Tauro e Bocoge, senza dimenticare gli innumerevoli focolai sparsi per l’intera Regione.
Arde anche la Religione, in particolare quella Cattolica, in difficoltà a dialogare con l’uomo d’oggi, afflitto e pervaso dal problema di questo tempo che è la precarietà del presente, la crescente incertezza del futuro dal punto di vista economico e sociale, la pratica impossibilità di programmare la sua vita. L’evoluzione della condizione umana nell’ultima metà del secolo scorso mentre ha risolto taluni problemi ne ha aperti molti altri che hanno accresciuto le preoccupazioni sul futuro.
Non voglio affermare, lontano da me, che viviamo senza speranza. Anzi, abbiamo il dovere non solo di rafforzarla in noi e suscitarla negli altri, ma, soprattutto, penso, che dobbiamo motivarci a supportarla, attivandoci facendoci guidare dalla “teoria umanistica della responsabilità”, verso i fratelli (per chi crede), e verso la comunità e la storia (per tutti quanti).
Per esercitare questa responsabilità, liberi da ogni appartenenza e da ogni settoriale interesse od “innamoramento” ideologico, abbiamo cercato di immaginare un luogo, nello stesso tempo virtuale (http://www.esiscalabria.org/) e reale, nel quale poter discutere del fuoco che arde la nostra Calabria, per provare anche noi, assieme agli altri, mettendo a frutto le necessarie sinergie, a ricercare, discutendo, le vie migliori per evitare che l’incendio divampi fino alla distruzione.
E’ questa la ragione della nostra proposta di costituire un “FORUM PERMANENTE” nel quale le Associazioni sociali possano discutere e collaborare alla individuazione delle soluzioni possibili ai tanti incendi, piccoli o grandi che siano, concorrendo positivamente dal versante della società, con proposte positive, ad attenuare e, se possibile, domare gli incendi e sconfiggere i piromani.
Questa proposta è nata nel corso dell’Assemblea dei soci dell’Associazione ed è stata perfezionata nell’Ufficio di Presidenza che la guida, che ha individuato i “mondi calabresi” cui la proposta è indirizzata. Ciascuno, come è ovvio, deciderà il livello della propria rappresentanza nel Forum. Oltre ad Associazioni, la proposta è indirizzata a personalità della società calabrese che hanno evidenziato, in più circostanze, la loro sensibilità verso i problemi della Calabria.
La sede reale del FORUM, il suo funzionamento, la sua attività, i suoi programmi di lavoro, saranno definiti tra i soggetti che decideranno di aderirvi.
L’Associazione degli ex Consiglieri, se richiesta, potrà assicurare la Segreteria organizzativa ed i supporti necessari.

Siamo sicuri che riserverete alla nostra iniziativa l’attenzione necessaria e, per amore di concretezza, pensiamo di attendere la fine di aprile per conoscere, quali che siano, le vostre opinioni e, come vivamente auspichiamo, la vostra decisione di non fare mancare al FORUM il vostro migliore ed indispensabile apporto. Potrete comunicare con noi, se lo desiderate, anche via e-mail (exconsiglieri.calabria@consrc.it  o  star.priolo@tiscali.it), oltre che a mezzo telefono e fax.

Grazie per la vostra attenzione ed a presto. Cari saluti.

Reggio Calabria, 9 marzo 2007
         (Stefano Arturo Priolo)