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Una ricerca volontaria sul POR Calabria 2007 – 2013 della nostra Regione, condotta da una équipe di studiosi,attenti osservatori sociali, sostiene una tesi che sembra assolutamente ovvia;all’apparenza, anzi, scontata,ma che scorrendo la sostanza del divenire della nostra Regione è stata ed è tutt’altro che peregrina. Si tratta di una tesi contenuta nello stesso Quadro Strategico Nazionale (QSN) e più volte annotata in molti commenti, anche da noi.

A fronte dei risultati conseguiti con il POR 2000-2006,che non ha modificato né la qualità né la struttura delle risorse umane, fattore di successo delle politiche pubbliche (comunitarie e nazionali), si afferma che “…il successo delle politiche attuate con i fondi strutturali dipende dal rapporto sinergico che si costruisce tra intervento ordinario (Bilancio dello Stato e delle Regioni) e intervento aggiuntivo (Fondi strutturali e Fondo per le Aree Sottoutilizzate – FAS)”.
Se questo è il corollario, la conseguenza diretta, vista in negativo, è: “… in assenza di una efficace politica applicata alle risorse ordinarie disponibili (Bilancio dello Stato e delle Regioni), anche la nuova programmazione unitaria, voluta dal POR 2007 – 2013, rischia di non introdurre nella vita dell’Ente le modificazioni strutturali necessarie ed attese dei fattori che ad essa concorrono e, dunque, di fallire, ancora una volta, l’innesco del
circuito virtuoso dell’efficienza e dell’efficacia dell’azione amministrativa: finite, insomma,le cospicue risorse economiche aggiuntive impiegate, si esauriscono gli effetti positivi degli investimenti realizzati e tutto torna come prima.Esattamente quello che è accaduto con l’impiego dei fondi strutturali del POR 2000-2006.
Se vogliamo, c’è sempre stata una “querelle” nel rapporto Stato/Mezzogiorno, dal tempo della Repubblica, a partire all’Intervento Straordinario – Cassa per il Mezzogiorno – che avrebbe dovuto essere aggiuntivo e non sostitutivo ispetto alle risorse recate dal Bilancio dello Stato, ma così non è stato. Così avrebbe dovuto essere con le risorse recate dal QCS 1994-1999 e non è stato. E, dunque, la “querelle” integrazione sinergica risorse ordinarie – straordinarie o aggiuntive, continua. Come è irrisolto il problema relativo alla carente competenza e professionalità dell’apparato burocratico, al quale non è estranea la modalità precaria ed assistenziale di reclutamento del personale regionale,aggravata da deleterie pratiche assistenziali e clientelari.
Come, ancora, è irrisolto il problema costituito dalla variabile “tempo” che nessuno prende in seria considerazione,come se fosse del tutto ininfluente.

Tornando ad oggi, ad esempio,sempre a proposito dei fondi strutturali 2007-2013, non possiamo non registrare, maramente, che  due anni il 2007 ed il 2008 sono volati via, senza che sia stata erogata alcuna risorsa economica disponibile; siamo, insomma,in “surplace” perché la macchina burocratica interpellata non risponde e, anche se e quando sollecitata a farlo, dimostra di non avere i numeri per accelerare, produrre, recuperare il tempo perduto.
Accade, così, che tutto può aspettare fino ed oltre i tempi supplementari, perché le risorse siano impegnate, utilizzate e spese o essere investite ricorrendo ai recuperi (“progetti sponda” ed altre diavolerie inventate per “consumare” risorse – l’arte in cui eccellono i furbi – non per utilizzarle investendole in progetti produttivi irati allo sviluppo.
Tutto questo “disordine” di “casa nostra” (instabilità politica – assenza di un collaudato sistema di programmazione e scarsa qualificazione delle risorse umane), ha ingenerato all’interno ed all’esterno una crescente sfiducia nella capacità della Calabria e del c.d. “Mezzogiorno”, di disincagliare la nave dello sviluppo,“bloccata nel porto”, anche e non da ora, da pesanti ipoteche negative riguardanti la presenza di una agguerrita criminalità, fino a far nascere nel Paese, in maniera ancora una volta abilmente manovrata,una sorta di “questione settentrionale”.
L’approdo conseguente è: poiché il SUD non è in grado di spendere e bene le risorse che l’Unione Europea destina alle zone dell’Obiettivo 1 (la Calabria è totalmente e drammaticamente ancora tutta dentro), cancelliamo il ezzogiorno ed investiamo al Nord le risorse recate dal Fondo per le Aree Sottoutilizzate-FAS. E l’operazione è in orso. Come è “in itinere” – attraverso la riforma che porta il nome di “ Federalismo fiscale” – il dirottamento verso il Nord delle risorse recate dal Bilancio dello Stato.
La nave ha preso questa direzione e le forze in campo che contano, politiche e sociali,non sono in grado di correggere la rotta. Non ne hanno voglia ed i rapporti di forza non sono a nostro favore;anzi, la parola Mezzogiorno” è sparita dal lessico della politica e le stesse Regioni Meridionali, che in altra epoca anno fatto qualche timido tentativo di parlare un linguaggio solidale, oggi procedono in ordine sparso, anche erché il c.d. “federalismo”, le spinge ad agire con maggiore soggettività ed a ricercare, ciascuna per proprio conto,la via della salvezza o uno sviluppo originale (lo sviluppo sostenibile e quello autocentrato sulle risorse del territorio). O non ce ne siamo accorti?  osa aspettiamo, dunque,che il tutto si compia con la nostra compiacenza e con la nostra connivenza? O è tempo i imbracciare il piccone ed il badile e mettersi al lavoro, in ogni settore della vita: quello culturale, quello sociale, quello economico, quello finanziario, anche e soprattutto nel settore politico, riscoprendo le ragioni del primato della virtù e dell’intelligenza, che non ci sono del tutto estranee e facendo valere i principi, le agioni, i valori scritti nella Carta Costituzionale?
Dobbiamo provare a reagire a partire dal recupero di una moralità di fondo che non sia una moralità per gli altri, ma a partire da ciascuno di noi, che deve permeare istituzioni, forze politiche, sociali e culturali,senza distinzione di colore.
Un recupero di moralità che deve coinvolgere in profondità gli Amministratori e gli apparati burocratici, che hanno l dovere e la responsabilità di “amministrare ed amministrare bene, in maniera trasparente e con assoluto rispetto ella legalità”. Se Calabria e calabresi non sapremo dimostrare di avere una identità forte, di sapere ed essere in rado di mettere ordine in casa propria,atteso che i numeri non ci premiano ed in democrazia contano, la storia el 2009 e degli anni seguenti ci vedrà soccombere, con devastanti effetti per lo stesso Paese,consapevole, almeno nelle sue menti ancora illuminate,che sistematicamente ammoniscono,che senza le Regioni del Sud l’Italia non ha futuro in Europa. Se tra noi c’è ancora voglia d’impresa sul piano dell’iniziativa politica, intesa come liberazione da una storia che ci condanna per la nostra ignavia, la nostra soggezione,la nostra accondiscendenza verso le emergenze infinite e verso una sudditanza che viene blandita come fosse l’unico premio possibile per noi, l’anno 009 deve essere un anno di svolta.
Chi ha responsabilità istituzionali,politiche, sociali,culturali, chi ha il senso delle Istituzioni e crede che a politica sia un grande servizio,non rimanga “intrappolato e prigioniero” nei giochi della sopravvivenza, che non salvano nessuno e mortificano tutti assieme.
Rifletta il tempo necessario,e non nel chiuso dei “Palazzi”,dove ha organizzato il proprio “bunker”; avvertito che nel “bunker”, prima o poi arriva la disperazione o il suicidio.Non si può continuare a leggere la realtà col proprio vocabolario e guardare al futuro come se fosse una dimensione personale, o familiare, o del “piccolo o grande clan”; occorre guardarsi attorno, aprire l’enciclopedia che è per tutti o sarà facile predire collasso.
Uscire dal bunker (in questi anni ne sono stati costruiti tanti, troppi) o dai “piccoli orticelli”;mettersi al servizio di un progetto di rinascita seria e fortemente voluta si può; c’è sempre una speranza che non muore; molti, tanti, saprebbero,per fortuna, cosa fare, se si provasse a gettare alle ortiche personalismi e piccoli interessi i bottega, che non fanno la storia e non modificano la direzione di marcia imboccata,che prelude al fallimento.
Buon anno 2009: questo é l’augurio che vogliamo fare alla Calabria ed ai calabresi.In tempi eroici uomini ispirati hanno disinteressatamente messo a disposizione della causa l’intera loro vita e nessuna vita è stata più importante del futuro di intere generazioni. Di questo si tratta, se vogliamo un futuro diverso per la nostra terra. Solo questo spirito, questa umiltà, questo credo, questa forza d’animo,potranno salvare la nostra tanto amata terra.

 

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