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E’ già tempo di modifiche statutarie? E della legge elettorale regionale? Se ne è occupato l’Ufficio di Presidenza della nostra Associazione riunitosi a Gizzeria Lido il 18 marzo u.s.
C’ è stato un tempo in cui le modifiche alla Carta Costituzionale ed agli Statuti delle Regioni erano considerate avvenimenti di carattere eccezionale nella vita politica, perché il sistema democratico avvertiva di essere garantito dalle fonti primarie del diritto positivo,appunto quelle costituenti. Poi è arrivata la crisi della politica dei primi anni 90 e da allora i tentativi di cambiare le regole fondamentali che reggono il sistema democratico si susseguono,con frequenza insistita,anche se, in verità, almeno fino ad ora, con scarsa efficacia

Non sono mancate alcune riforme di carattere costituzionale e, soprattutto, referendum e leggi elettorali sono stati considerati gli strumenti principe per impedire o finalizzare alcune riforme costituzionali.
Le modificazioni (riforme?) intervenute hanno sicuramente prodotto risultati. Ma di che genere? Dipende da quale angolo di visuale essi vengono misurati. Una democrazia rappresentativa su base parlamentare,dovrebbe avere olto a cuore la responsabile partecipazione dei cittadini alla vita politica ed il rispetto del la Carta Costituzionale.
Fedele interprete di questa diffusa volontà tra i costituenti di assicurare la partecipazione dei cittadini alla vita politica sono gli artt. 48, 49 e seguenti  della Carta Costituzionale.

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A Roma, oggi, ma non solo a Roma, anche a Milano,Firenze ed a Catanzaro, il sentimento non sembra essere più questo.
C’è ancora un residuo di propensione alla promozione della partecipazione; quello che è venuto meno, invece, è l’aggettivo che l’accompagnava: responsabile; insomma: partecipare è bene, giusto per dire si o no, una volta ogni cinque anni, e poi rassegnarsi a registrare quel che passa il convento. E’ questa la ragione per cui si parla ersino di voto plurimo; potrebbe votare uno solo per tutti e magari votare da casa, via internet, piuttosto che andare in Assemblea (ovviamente, per risparmiare tempo, che, come sappiamo è sempre più tiranno e, invece, la crisi, i bisogni della gente, i progetti per lo sviluppo del Paese non possono aspettare: necessitano decisioni rapide).
La residua speranza per far progredire democrazia e libertà resta, dunque, appesa ad un filo: speriamo che a furia di parlare di alta velocità, il treno non deragli.
C’è un’altra questione che non convince: la modifica delle Carte fondamentali che fissano le regole del gioco (la democrazia) si riteneva un tempo che dovesse intervenire con larghi consensi delle forze politiche rappresentate nel Parlamento,magari dopo una larga partecipazione responsabile al dibattito che doveva precedere la formulazione delle stesse proposte (forse è anche questa la ragione per cui non era all’ordine del giorno di tutte le legislature la iforma “di questo o di quello”, in materia costituente).
Oggi, il problema, da come si agisce, sembrerebbe essere stato rimosso. Non é necessario parlarne pubblicamente, meglio tra gli addetti ai lavori, meglio ancora tra “intimi”, per non disturbare la quiete di coloro che possono partecipare e basta.
E la democrazia, e la partecipazione responsabile? non sono poi così necessarie in tempi in cui le classi dirigenti appaiono sempre più illuminate e determinate ad andare avanti comunque, alla conquista del Quirinale o di Palazzo Alemanni a Catanzaro, del Pirellone a Milano o di Palazzo Strozzi a Firenze.
sala_consiliare.jpgL’ Associazione degli ex Consiglieri regionali della Calabria non la pensa così ed ha approvato un comunicato che veicola attraverso la sua Agenzia di informazione, rivolgendo viva preghiera e premura al mondo dell’informazione regionale (carta stampata e media), di riprendere il tema e commentarlo come meglio ritengono,per animare un dibattito diffuso tra la gente calabrese per quel che riguarda le modifiche allo Statuto della nostra Regione già depositate presso la I^ Commissione Permanente del Consiglio Regionale) e quelle che nessuno scrive o presenta
pubblicamente, ma che vengono “sussurrate” in materia di “legge elettorale”, magari in attesa dei “tempi supplementari” o dei “calci di rigore”, per dirla con termini sportivi.
Ecco il comunicato stampa diramato a conclusione dell’incontro:
“L’Associazione fra ex Consiglieri Regionali della Calabria, a conoscenza che sono state presentate ad iniziativa di alcuni Consiglieri Regionali proposte di modifica dello Statuto della Regione, ritenendo che si tratti di materia destinata a modificare, in profondità, la vita istituzionale ed il sistema democratico della massima assise elettiva calabrese,interessata, come è suo dovere statutario, a favorire la partecipazione responsabile dei cittadini alla vita politica regionale, ritiene utile,necessario ed opportuno che la discussione di qualsivoglia proposta di riforma dello Statuto in Consiglio Regionale sia preceduta, organizzata a cura delle forze politiche e della più sensibile parte della realtà sociale, da pubblici incontri (Seminari – Convegni – Dibattiti), nel corso dei quali sia possibile valutare le proposte presentate e produrne eventualmente di nuove, invitando all’ascolto i legislatori regionali che, si ritiene,siano interessati, come è loro dovere e missione, a conoscere le opinioni dei calabresi.
L’Associazione decide, pertanto,di farsi carico essa stessa di organizzare pubbliche iniziative per favorire la partecipazione dei cittadini calabresi alla vita istituzionale ed alle regole fondamentali poste a base della sua vita democratica”.

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