In tempo di burrasca mai perdere la stella polare

Il tempo che vivono le istituzioni elettive, per una serie di considerazioni note alla pubblica opinione ed oggetto quotidiano di dibattito a diversi livelli, procura tra i cittadini crescenti paure per via della burrasca che su di esse si è addensata, a seguito dell’incerta situazione economica planetaria esplosa nel 2008, le cui conseguenze evidenti sono costituite dalla crisi finanziaria che ha investito l’Irlanda, il Portogallo e la Grecia e che ora minaccia di estendersi alla Spagna ed all’Italia.
Le Associazioni di Consiglieri ed ex Consiglieri regionali presenti nelle 20 Regioni italiane sono partecipi di questa condizione di immanente pericolo ed auspicano che le istituzioni elettive si adoprino con impegno a realizzare l’uscita, quanto prima possibile, da una situazione molto pesante, segnalata dalla crescita sproporzionata, dunque patologica, anche dei c.d. costi della democrazia.
E’ così anche in Calabria. Proprio per questo, anche da noi è inevitabile una attenta, pacata e rapida riflessione, a valle della quale partire subito con scelte operative,mirate a perseguire il raggiungimento di due obiettivi:
A. quello esplicitato nelle decisioni assunte il 23 Luglio 2011 a Pescara dal Comitato di Coordinamento dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province Autonome, in materia di “Costi della democrazia”, che riguardano le seguenti misure: 1. riformulazione dell’istituto del vitalizio ex lege, superando l’attuale criterio di computazione, con una riflessione apposita, altresì, in merito al cumulo dei vitalizi conseguenti ai mandati istituzionali espletati ai vari livelli;2. adeguare le indennità regionali a quanto stabilito dall’art. 1, comma 1 del Decreto legge n. 98, come convertito dalla Legge 111/2001; 3. riconfermare la volontà di determinare la progressiva riduzione dei costi di funzionamento degli organi politici delle Assemblee, individuando un parametro di riferimento massimo rispetto alle spese sostenute dall’istituzione rappresentativa e parallela riforma dei Regolamenti interni;

B. quello indicato nella manovra di finanza pubblica varata dal Parlamento, diretto ad attuare le norme recate dal titolo IV “Riduzione dei costi degli apparati istituzionali” – Decreto-Legge 13 agosto 2011,n. 138 “Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo” coordinato con la Legge di con versione 14 settembre 2011, n. 148.
Se fosse possibile – ed in questa direzione dovrebbe essere assunto formale impegno da parte di tutte le forze politiche – di fare in modo che già dai Bilanci di previsione della Regione e del Consiglio Regionale per l’anno 2012 si concretizzi l’applicazione delle riduzioni fissate dalla legge, assieme alle altre considerate opportune, al fine di perseguire, con assoluta priorità, il raggiungimento di risultati visibili di riduzione dei costi della classe politica, per ridare credibilità alla nostra democrazia, in presenza di una generalizzata richiesta di sacrifici ai cittadini, per perseguire l’uscita dalla crisi.
Accanto a questi precetti di legge, è nostra volontà richiamare l’attenzione dell’intero Consiglio Regionale di soffermarsi a considerare la necessità ed urgenza di introdurre un sistema di controlli che sia il segno visibile di una nuova volontà pubblica; una volontà che abbia come vincolante motivazione non già quella (a volte temuta) di ritardare o vanificare l’azione amministrativa, ma solo di assicurarne e conferirle il marchio della coerenza col sistema legislativo e della legalità tout court. È indispensabile, insomma, la predisposizione di organi e procedure di garanzia che accertino il formale e sostanziale rispetto, a maggior ragione da parte di tutti gli organi elettivi, del sistema normativo in vigore – ad ogni livello: costituzionale, statutario, legislativo statale
e regionale – soprattutto in una realtà territoriale, come quella calabrese, caratterizzata dalla presenza di intensa criminalità organizzata ed illegalità diffusa.
In questo quadro, ci preme segnalare come la nostra Regione sia l’unica che, dopo avere opportunamente e doverosamente inserito nel rinnovato Statuto (art. 57), la norma istitutiva della Consulta statutaria, la ha poi, inopinatamente e colpevolmente, abolita con una successiva legge di revisione statutaria regionale (L.R. n. 3 del 19 gennaio 2010), fra l’altro senza armonizzare tale revisione con le altre norme statutarie che tuttora prevedono la Consulta e senza curarsi della fine della relativa legge regionale di attuazione, formalmente mai abrogata.
E’ lecito e non fuori luogo, insomma, ritenere che – in assenza di qualsivoglia controllo (e non si invochino gli interventi ex post della magistratura: reazione estrema e purtroppo tardiva dell’ordinamento!) – può anche accadere che sia favorito il risveglio (nella fragile personalità umana) del desiderio di “approfittare” propriodell’affermata e legale assenza di controlli, per compiere atti ed adottare deliberazioni non conformi alle norme dell’ordinamento?
Ci stupisce, in verità, che la maggioranza degli atti amministrativi, che vengono pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione, si concludano proprio con questa affermazione, che nel contesto calabrese rischia di suonare singolare: “Ai sensi … il presente atto non è soggetto a controllo”. Riflettendoci sù, siffatta affermazione non potrebbe equivalere ad un avviso al malintenzionato che la “casa è incustodita”?
E’ vero che il barometro segnala burrasca, ma proprio per questo, quando il tempo peggiora non occorre perdere la tramontana ed è necessario “rafforzare gli ormeggi”, per evitare che la nave sia spinta fuori dal porto.

la Redazione

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