SEMINARIO SUL TEMA:

APE – Appennino Parco d’Europa:

IL PARCO NAZIONALE DEL POLLINO”

hotel regina . località  campotenese – morano calabro (CS)

PRESENTAZIONE DELL’INIZIATIVA: On. Stefano A. Priolo

 

Signor Presidente, Autorità, Signore e Signori,

 

            concludendo i lavori del seminario del “Cupone”, a ottobre del 2007, come certamente ricorderanno i presenti a quella iniziativa,  ci eravamo dati appuntamento sul pollino.

l’iniziativa odierna, voluta e programmata dall’associazione fra ex consiglieri regionali della calabria e dall’ente parco nazionale del pollino, prosegue ed avvicina a conclusione una serie di studi ed approfondimenti voluti per mettere in evidenza una importante risorsa della nostra terra, la montagna e l’appennino calabresi, che forniscono all’atmosfera, non tutti ne siamo consapevoli,  un contributo cospicuo di ossigeno, risorsa naturale primaria di cui hanno indispensabile bisogno l’uomo e la natura.

Abbiamo iniziato  con il seminario di lamezia terme del  1999, nel quale la discussione ha avuto come oggetto:

Parchi ed aree protette in calabria: una risorsa.”

(A quel tempo, mi piace ricordarlo, era Presidente del Parco dell’Aspromonte il compianto collega Bruno Dominijanni ed Assessore Regionale all’Ambiente della Calabria il nostro collega ed amico Mimmo Zappaterra, oggi Presidente dell’Ente Parco Nazionale del Pollino)

Ha fatto seguito a quell’inizio:

1.il convegno di vibo valentia del 2002 sul tema:

   Una politica per la montagna calabrese, rete ecologica e sviluppo sostenibile”;

2. i due seminari che abbiamo tenuto al centro visite “Monaco” nel comune di

   Taverna (CZ)  nel mese di ottobre del 2005 sul tema “La montagna calabrese e

    le sue risorse: il parco nazionale della Sila” ed al  centro  visite    “Cupone” in

   Comune di Spezzano Sila  (CS) nel mese di giugno del 2007 sul tema “Parchi di

    Calabria e sviluppo sostenibile. Infrastrutture,  programmi, risorse e sinergie”.

Gli atti di quest’ultimo vi sono stati distribuiti oggi.

 

Si tratta  allora, lo possiamo affermare, come è ben evidente, non di un interesse passeggero, ma di un vero e proprio tentativo reiterato di avvertire la Calabria, i calabresi e le istituzioni che ci hanno governato e ci governano, che questa problematica ha un valore primario incommensurabile, che i Parchi di calabria, come abbiamo affermato sin dalla prima iniziativa, sono una risorsa, sicuramente la piu’ importante tra le risorse naturali presenti nella nostra Regione.

 

Lo sono perché la superficie delle nostre montagne e delle nostre colline é interamente boscata,  e’ un patrimonio considerevole, dunque,  che col tempo si é accresciuto. la realtà calabrese non e’ più lo sfasciume pendulo di Giustino Fortunato. La montagna, organizzata in un sistema di parchi, e’ una risorsa che può benissimo essere messa in valore e costituire il presupposto fondamentale per produrre ricchezza e promuovere sviluppo.

 

L’iniziativa di oggi aggiunge, perciò, un ulteriore tassello agli studi prodotti e prepara la conclusione di questo ciclo di approfondimenti già programmato per il prossimo anno, con una iniziativa in fase progettuale che coinvolgerà, così é nei nostri propositi, ancora una volta, i Parchi di Calabria, in particolare il Parco nazionale dell’Aspromonte. In quella occasione tireremo le somme delle nostre riflessioni ed offriremo a chi ci governa, un contributo approfondito da considerare per  attivare una  “Politica organica per la montagna calabrese”.

           

Si tratta, dunque, come è possibile dedurre, di un vero e proprio interesse reale, mescolato ad un “innamoramento” che, in generale, unisce l’Associazione che ho l’onore di presiedere, alla terra di Calabria, ponendola a diretto contatto e collaborazione col sistema istituzionale cui è affidata la responsabilità di salvaguardarla e svilupparla ulteriormente. C’è, insomma, un filo sottile che unisce la sensibilità profonda di chi è stato legislatore in questa Regione al territorio delimitato ex lege  per costituire  parchi ed aree protette, in attuazione della Legge 349/91 – legge quadro per la istituzione dei  Parchi terrestri .

 

Questa sensibilità ha accompagnato passo passo la nascita del Parco del Pollino, il più antico, il più grande, l’unico di natura interregionale tra i Parchi della Calabria; la nascita e lo sviluppo del Parco dell’Aspromonte; la nascita del Parco della Sila e del Parco delle Serre, ultimo arrivato,  ed unico, a differenza degli altri, ad essere un Parco Regionale e non nazionale.

           

Si tratta di una parte cospicua del territorio calabrese che costituisce un “unicum” da prendere in considerazione e valorizzare nella storia attuale  della Calabria.

 

Al fine di cogliere l’esatta portata della realtà di cui parliamo, ci sovvengono alcuni numeri che ci aiutano a considerare la dimensione del territorio interessato.

 

LA SUPERFICIE BOSCATA IN CALABRIA  E’ PARI A 580 MILA ETTARI;

 

L’INDICE DI  BOSCOSITA’ CALABRESE  E’ PARI AL 38,8% DEL TERRITORIO REGIONALE, A FRONTE DI UN INDICE DI BOSCOSITA’ NAZIONALE  ITALIA  DEL 28,8%, EUROPEO DEL 30,4%  E MONDIALE DEL  32,3% .

 

 

QUESTI  NUMERI UFFICIALI DEL 1985, COLLOCANO LA CALABRIA AL 5° POSTO TRA LE REGIONI ITALIANE  (DOPO VAL D’AOSTA – TRENTINO A.A. – LIGURIA E TOSCANA)

 

 

L’INDAGINE FORESTALE DEL 2007 (dati ancora provvisori) CI DICE CHE GLI ETTARI BOSCATI  IN CALABRIA SONO PASSATI A 620.000 (DA 580.000), con un incremento del  7% E L’INDICE DI BOSCOSITA’ E’ PASSATO DAL 38,8% AL 42%  DEL TERRITORIO. QUASI  LA META’ DEL NOSTRO TERRITORIO, INSOMMA, E’ COSTIUTUITO DA BOSCHI.

 

 

Il bosco, oltre a fornire la materia prima legno, ha un pregio o sconosciuto o sottovalutato, ma di enorme importanza e di crescente valore non solo ambientale ma anche economico.

 

 

UN ETTARO DI BOSCO RISPETTO AI FLUSSI DI ANIDRIDE CARBONICA ED OSSIGENO:

a. ASSORBE DA 11 A 16 TONNELLATE/ANNO DI CO2 (ANIDRIDE CARBONICA);

b. FISSA DA 6 A 9 TONNELLATE/ANNO DI CO2 (ANIDRIDE CARBONICA) E IMMETTE IN ATMOSFERA  CIRCA 12 TONNELLATE ANNO DI OSSIGENO (O)

 

 

 

 

QUESTI NUMERI EVIDENZIANO:

 

CHE L’ANIDRIDE CARBONICA (CO2)

ASSORBITA IN UN ANNO DAL BOSCO IN CALABRIA

è pari a circa  8.370.000 tonnellate

 

E CHE L’OSSIGENO (O)

IMMESSO NELL’ATMOSFERA IN UN ANNO

è pari a circa 4.650.000 tonnellate

 

 

SE APPLICHIAMO A QUESTO PATRIMONIO LA NORMATIVA  RECATA DALLA LEGISLAZIONE ITALIANA VIGENTE, in particolare la Legge 1° Giugno 2002, n. 120, che ha ratificao e posto le basi per l’attuazione del Protocollo di Kyoto, e che prevede la corresponsione di contributi per la coltivazione dei boschi con criteri di sostenibilità, in modo da poter ridurre le emissioni di  anidride carbonica in atmosfera , la Calabria potrebbe riscuotere i contributi  derivanti dai c.d. “crediti di carbonio”.

 

Ipotizzando un credito di 15 € a tonnellata di ossigeno prodotto ed immesso nell’atmosfera, potremmo realizzare risorse economiche per un importo stimabile intorno ai  70 milioni di €uro all’anno.

 

QUESTI NUMERI DESCRIVONO LA DIMENSIONE ED IL PREGIO DELLA RISORSA RAPPRESENTATA DALLA SUPERFICIE  MONTANA E COLLINARE  DELLA NOSTRA REGIONE, SULLA QUALE NOI, ASSIEME AI RESPONSABILI DEI PARCHI ED AGLI STUDIOSI DI QUESTE PROBLEMATICHE DELLE NOSTRE UNIVERSITA’ E DEGLI ENTI CHE HANNO COMPETENZE SULLE AREE INTERNE (REGIONE CALABRIA – COMUNITA’ MONTANE – CORPO FORESTALE DELLO STATO) CI SIAMO APPLICATI, CONSAPEVOLI CHE LA SUA MESSA IN VALORE E’ PRESUPPOSTO PRIMARIO DI SVILUPPO  DELL’INTERA REGIONE.

 

QUESTA CONVINZIONE CI HA SPRONATI AD AGITARE QUESTA BANDIERA PERCHE’ NON AVENDO LA CALABRIA RISORSE DEL SOTTOSUOLO (SE SI ESCLUDONO QUELLE PRESENTI NEL TERRITORIO CROTONESE) QUELLA DEL SOPRASSUOLO, COSPICUA E CRESCENTE, COSTITUITA DALLA SUPERFICIE BOSCATA E DALLE SUE PRODUZIONI (LEGNO – OSSIGENO E FISSAZIONE DELL’ANIDRIDE CARBONICA) NON POSSONO  ESSERE ASSOLUTAMENTE TRASCURATE O SCARSAMENTE CONSIDERATE, COME PURTROPPO E’ ACCADUTO FINO AD OGGI, TUTTE LE VOLTE CHE NELLA NOSTRA REALTA’ SI DISCUTE SERIAMENTE E SI APPROFONDISCONO LE PROBLEMATICHE DI SVILUPPO REALE E SI METTONO IN CANTIERE AZIONI MIRATE A PRODURRE CRESCITA ECONOMICA ED OCCUPAZIONE.

 

DOBBIAMO PROVARE, SECONDO NOI, AD IMMAGINARE CHE MONTAGNA E COLLINA (LE AREE INTERNE, CIOE’, DELLA CALABRIA) SONO LA NOSTRA RICCHEZZA REALE,  L’ELEMENTO PIU’ SIGNIFICATIVO CHE POSSEDIAMO, SUL QUALE INNESTARE L’INVESTIMENTO NECESSARIO, LA PROGETTUALITA’ E L’ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE PIU’ ADEGUATE, PER FARE DELLA CALABRIA UNA REGIONE NELLA QUALE:

1.        LA QUALITA’ DELLA VITA ABBIA UN SUO PREGIO IN ASSOLUTO;

2.         SI POSSA OFFRIRE LA NOSTRA TERRA, ALL’EUROPA ED ALL’AREA MEDITERRANEA, COME UN APPRODO DI ECCELLENZA, DOVE L’ACCOGLIENZA, LA CULTURA, LO SVILUPPO SOSTENIBILE, SONO LA CARATTERISTICA SICURAMENTE DOMINANTE.

 

NON SIAMO INNAMORATI, PERCIO’,  DI UNO SVILUPPO PURCHESSIA , CHE TRA L’ALTRO NON C’E’ MAI STATO E NON POTRA’ VENIRE, CI SENTIAMO LEGATI, QUASI CONDIZIONATI, POSITIVAMENTE CONDIZIONATI, DA QUESTA CONVINZIONE E, CONSEGUENTEMENTE, POSTULIAMO QUESTA VIA ALLO SVILUPPO CHE PUO’ ESSERE, SECONDO NOI,  LA STRADA MAESTRA SE CREDIAMO CHE LA CALABRIA PENSA, PUO’ E VUOLE CAMBIARE LA SUA VITA PER OFFRIRSI ALL’EUROPA ED AL MEDITERRANEO, COME L’ANTICO APPRODO, COME UNA GRANDE OASI CROCEVIA DI ACCOGLIENZA ED OSPITALITA’, DI CIVILTA’, TRA OCCIDENTE ED ORIENTE, TRA L’EUROPA E L’AFRICA.

 

SIAMO INNAMORATI, INSOMMA,  DI UNA IDEA CHE CI SEMBRA FORTE E TRAINANTE: COME GIOIA TAURO E’ DIVENUTA PORTO ECCELLENTE,  LEADER NEL MEDITERRANEO PER LO SMISTAMENTO DEI CONTAINERS, LA CALABRIA PUO’ DIVENIRE LA TERRA DI APPRODO PER QUANTI CITTADINI EUROPEI E MEDITERRANEI, CERCANO UN CONTATTO DIRETTO TRA LORO E CON LA NATURA, CON LE NOSTRE MONTAGNE DAL POLLINO ALL’ASPROMONTE, CON I LAGHI SILANI, CON LE NOSTRE “AREE PROTETTE” TERRESTRI, LACUALI E MARINE.

 

LA CALABRIA PUO’, INOLTRE, VANTARE UNA POSIZIONE DI CENTRALITA’ SUL MEDITERRANEO RISPETTO ALL’EUROPA E SE QUALCUNO PROVASSE A CHIEDERMI: POTENDO LA CALABRIA GUARDARE ALL’EUROPA ED AL MEDITERRANEO DA CHE PARTE CONVERREBBE GUARDARE DI PIU’ ? NON AVREI ESITAZIONE A RISPONDERE CHE LA CALABRIA DEVE PRODURRE OGNI SFORZO PER STARE IN EUROPA (PERCHE’ IN EUROPA C’E’ MA SOLTANTO COME FARDELLO, COME PESANTEZZA) MA CHE PENSANDO IL SUO FUTURO DEVE AVERE LA CAPACITA’ DI GUARDARE CON CRESCENTE INTERESSE AL BACINO DEL MEDITERRANEO ED INTRECCIARE QUI LE SUE RELAZIONI PRIVILEGIATE.

 

GIOIA TAURO, DUNQUE, PUO’ E DEVE ESSERE UN PUNTO DI PARTENZA DI UNA STRATEGIA DI SVILUPPO CHE SI APRE ALL’INTERA AREA MEDITERRANEA E CANDIDA LA CALABRIA AD ESSERE SOGGETTO DI RELAZIONI POSITIVE NEL MEDITERRANEO.

 

SE QUEST’IDEA CONVINCE, NON C’E’ DUBBIO CHE LA POLITICA, LE ISTITUZIONI, ABBIANO IL DOVERE DI RIPENSARE E INNERVARE LA LORO AZIONE, CHE RESTA FONDAMENTALE PER SOSTENERE UNA POLITICA CHE VOGLIA GUARDARE AL FUTURO DELL’UOMO.

 

CI AIUTA E NON POCO A COLTIVARE QUESTA AMBIZIONE IL SISTEMA UNIVERSITARIO CALABRESE NELLA SUA TOTALITA’, UN SISTEMA CHE PUO’ VANTARE UNA PRESENZA PRESSOCHE’ UNICA:  L’UNIVERSITA’ PER STRANIERI “D. ALIGHIERI” DI REGGIO CALABRIA, LA ULTIMA ARRIVATA, DOVE COMPIONO I LORO STUDI GIA’ OGGI IL 40% DEGLI STUDENTI RISULTANO PROVENIENTI DALL’AFRTICA MEDITERRANEA.

 

 

 

 

QUESTA PROSPETTIVA, PERCIO’ SARA’ A PORTATA DI MANO SE LA POLITICA, LE CLASSI DIRIGENTI CALABRESI AVVERTIRANNO LA FORZA DI QUESTA IDEA E SE SARANNO CAPACI DI COLTIVARLA E COSTRUIRVI SOPRA IL FUTURO SPERATO DALLE NUOVE GENERAZIONI, PROGRAMMANDO E PROGETTANDO TUTTO QUELLO CHE E’ NECESSARIO PERCHE’ IL SOGNO  ED IL PROGETTO SI AVVERINO.

 

COME TUTTE LE VIE ALLO SVILUPPO, ANCHE QUESTA PER AFFERMARSI HA BISOGNO DI ALCUNE CONDIZIONI PREVIE:

 

  1. DI UNA RADICATA E DIFFUSA CONVINZIONE, BASATA SULLE RISORSE LOCALI, DA PARTE DEI SOGGETTI ISTITUZIONALI E SOCIALI;

 

  1.  DI UNA CONCERTATA PROGRAMMAZIONE POLITICA, ISTITUZIONALE E SOCIALE;

 

  1. DELLA INDIVIDUAZIOINE DELLE RISORSE ECONOMICHE NECESSARIE;

 

  1. DELLA PREDISPOSIZIONE DELLE INFRASTRUTTURE E STRUTTURE OCCORRRENTI;

 

  1. DELLA DISPONIBILITA’ DI RISORSE UMANE PROFESSIONALMENTE ATTREZZATE,  IN MANIERA CHE PROGRAMMAZIONE, PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DEI PROGETTI  SIANO POSSIBILI.

 

Nel corso delle ripetute riflessioni di questi anni, condotte con l’ausilio di studiosi e docenti universitari, abbiamo anche evidenziato il ruolo strategico che hanno nella promozione e gestione delle politiche di sviluppo gli operatori economici e sociali e le sinergie attese dall’azione concorde di istituzioni e parti sociali.  

 

abbiamo affermato anche il ruolo fondamentale di architetto generale della regione e sollecitato i soggetti partecipanti alla “governance” ad agire con azioni sinergiche, avendo potuto constatare che sia in ambito pubblico che in ambito pubblico-privato non sempre le azioni sviluppate hanno il pregio di sviluppare sinergie.

 

abbiamo anche convenuto che una ipotesi di valorizzazione della montagna calabrese non può prescindere dalla presenza dell’uomo sulla montagna, una presenza in forte regressione, che pensiamo se non fermata per tempo, potrebbe vanificare qualsiasi tentativo di mettere in valore montagna e collina.

 

abbiamo affermato anche che l’azione di promozione e crescita della presenza dell’uomo nelle aree interne è un obiettivo da perseguire e CHE LE POLITICHE DA ATTIVARE DEVONO AVERE IL PREGIO DI FERMARE L’ESODO PROPONENDOSI IL TRAGUARDO DEL 2015.

 

Abbiamo proposto, infine, nell’ultima riflessione, quella che abbiamo fatto al Villaggio “CUPONE”, la costituzione di un “forum permanente”  istituzionale-sociale, offrendo come segreteria tecnica l’Associazione fra ex consiglieri, senza gettone di presenza e senza che il forum sia pensato come un organismo che si aggiunge ao tanti esistenti spesso di natura autoreferenziale.

 

RIBADIAMO QUESTA PROPOSTA PERCHE’ci crediamo e, dunque, siamo perseveranti. Siamo convinti della necessità di pensare ad una politica organica per la montagna calabrese, le cui linee strategiche potrebbero essere individuate nel corso dei lavori del “forum permanente”.  Lo strumento che abbiamo pensato è agile ed è collegato ad un “Osservatorio permanente”, nel quale studiosi, rappresentanti dell’economia reale e delle istituzioni pubbliche, convergono e convengono, con la volonta’ di parlarsi ed ascoltarsi, in maniera che dalle proposte concrete e dal confronto delle idee possa venir fuori il da farsi nell’interesse generale dei cittadini calabresi.

 

Vogliamo e riproponiamo, nel tempo in cui si discute di “federalismo fiscale” una Calabria che si organizza, si attrezza, trova al suo interno la consapevolezza necessaria; organizza e recupera tutte le sue risorse, economiche ed umane, e combatte ogni spreco fino ad averne ragione. Quando qualche volta accenniamo a mettere in campo le virtù dei calabresi, ci riferiamo a questa Calabria, alla Calabria virtuosa che c’è, esiste, non è una comoda invenzione.  e proprio perché siamo convinti che esista le chiediamo di manifestarsi e siamo pronti a sostenere la sua mobilitazione.

 

Abbiamo anche qualche idea più concreta che vogliamo mettere a fuoco, per preparare ed attrezzare una “regione aperta” che si libera delle sue pesantezze, prima di ogni altra della “ndrangheta”, mobilita le strutture del sapere, motiva le parti sociali e costruisce con esse programmi, progetti e sinergie adeguate, per sviluppare un territorio capace di distinguersi per cultura, per civiltà e per qualità della vita.

 

E’ URGENTE CHE QUESTA RIFLESSIONE TROVI LUOGHI DOVE ESPRIMERSI  ED UNA FORTE MOBILITAZIONE  CHE PARTENDO DAGLI ATENEI SI PROPAGHI ALL’INTERA SOCIETA’ CIVILE.

 

si tratta di mettere a fuoco:

  • una efficiente rete infrastrutturale di accesso alla regione (aeroporti e porti);

 

  • un moderno sviluppo delle reti di comunicazione ;

 

  • la individuazione di aree strategiche di sviluppo del turismo sostenibile, dell’agricoltura tipica montana e collinare, delle energie rinnovabili e dei presidi culturali, capaci di agire da richiamo ed attrazione;

 

  • un progetto culturale che aiuti i nostri concittadini a percepire definitivamente i  “parchi e le aree protette” della nostra regione come una ”risorsa” e non, come ancora in parte essi  vengono intesi: come  mummificazione della natura e penalizzazione dell’uomo;

 

·         una politica ed un progetto generale che postuli una crescente presenza dell’uomo nelle aree interne, in particolare nei parchi.

 

Un futuro di questo tipo per autosostenersi  ha bisogno delle infrastrutture del sapere che oggi sono disponibili perché, in un arco di tempo tutto sommato breve, la Calabria ha visto nascere sul suo territorio, una, due, tre, quattro Università (l’Università della Calabria di cosenza, la “Magna Graecia” di Catanzaro, la “Mediterranea” e l’Università per Stranieri “D.Alighieri” di Reggio Calabria).

 

Questo percorso, che ha riguardato le infrastrutture del sapere, si è completato, anche se occorre stare attenti e vigili  a difenderlo, a consolidarlo, ad assisterlo e sostenerlo. La Regione, da questo punto di vista, dovrà avere verso il sistema universitario calabrese una attenzione di assoluta priorità.

 

Anche il percorso di costituzione dei Parchi si è completato e la Legge 349/91 – legge quadro per la istituzione dei  Parchi terrestri – ha dispiegato, nella nostra Regione i suoi benefici effetti, anche se il futuro conoscerà ancora programmi specifici relativi ad ulteriori tutele e valorizzazioni di siti ambientali di particolare pregio.

 

Oggi, dal Pollino all’Aspromonte, una quasi ininterrotta realtà appenninica è stata delimitata a Parco, realizzando una infrastruttura ed una realtà preziosa, che il Progetto comunitario A.P.E. – Appennino Parco d’Europa, ha preso in considerazione per promuovere ed accrescere il valore della montagna.

 

La nostra esperienza sociale e politica ci spinge a considerare un unicum, la realtà delle aree oggi delimitate a Parco, una risorsa decisiva, un patrimonio di inestimabile valore ambientale, culturale, storico, su cui far leva per pensare e costruire il futuro della Calabria: questo, dunque, è il tema del Seminario che vuole farsi carico di esplorare le strade da battere per avere successo, all’inizio del processo di allocazione delle risorse cospicue recate dal POR Calabria 2007-2013.

 

Ci aspettiamo da questo appuntamento il rilancio pubblico del Parco del Pollino: una realtà che cresce. Pensiamo che il lavoro fatto dal Presidente Pappaterra e dalla Comunità del Parco in questi ultimi anni lo meritino ed è per questo che abbiamo salutato con viva soddisfazione la sottoscrizione il 27 Settembre 2008 del Protocollo d’intesa tra l’Ente Parco, le due Regioni, le tre Province (PZ –MT e CS) e  le parti sociali. Siamo soddisfatti di avere riproposto all’attenzione ed all’Agenda della Politica la realtà del sistema Parchi di Calabria e Basilicata ed aspettiamo di conoscere come essa vorrà rapportarsi in termini conseguenti e positivi per farli crescere e proporsi al servizio delle popolazioni direttamente interessate, in particolare dei giovani che in esso vivono e che, contrariamente a quanto si può credere, manifestano la volontà di restarvi, con l’idea che i progressi della comunicazione consentono oggi di considerare la vita delle aree interne competitiva con quella urbana, se assistita da servizi adeguati ed opportunità di lavoro.

 

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