ASSEMBLEA DEI SOCI

GIZZERIA LIDO- HOTEL MARECHIARO – GIOVEDÌ  24 APRILE 2008 – H. 17.30

RELAZIONE DEL PRESIDENTE

A. INTRODUZIONE.

L’ Assemblea odierna  si segnala alla nostra attenzione e considerazione per l’importanza del suo ordine del giorno che, come vuole la norma statutaria, affronta prima di tutto l’argomento “resoconto delle attività sociali realizzate nel corso dell’anno 2007 e  relativo conto economico consuntivo” ed è chiamata ad aggiornare la previsione delle entrate e delle spese, essendosi nel frattempo quantificata, a fine anno, la rimanenza di cassa al 31.12.2007.
Come è consuetudine consolidata, inoltre, la relazione offre alcuni spunti per una discussione politica che prende in considerazione come base gli avvenimenti di maggior significato della vita politico-istituzionale sia dell’Italia che della nostra Regione.

B. LE ATTIVITÀ SOCIALI  REALIZZATE NEL CORSO DEL 2007.

Le attività poste in essere nel corso dell’anno, conformemente alla previsione approvata dall’Assemblea,  possiamo raggrupparle in sei punti:
Il primo ha riguardato la realizzazione del Seminario regionale sul tema: “Parchi di Calabria e turismo sostenibile: infrastrutture, programmi, risorse e sinergie”, svoltosi al Villaggio Cupone del CFS, in territorio del Comune di Spezzano della Sila, nei gg.  29 e 30 Giugno 2007.
E’ stata questa, come ricorderete, una iniziativa assunta e realizzata d’intesa con l’Ente Parco Nazionale della Sila, che ha fatto seguito ad altre assunte dall’Associazione   negli anni precedenti, nel settore dell’Ambiente, dei Parchi calabresi e della montagna calabrese e che ha voluto ancora una volta sottolineare la sensibilità dell’Associazione verso le problematiche del territorio, della natura e della sua conservazione, delle bellezze paesaggistiche e del grande problema che riguarda lo spopolamento delle Aree interne della Regione, a rischio di estinzione. La nostra sensibilità deriva dalla convinzione che questo cospicuo patrimonio naturale, posseduto dalla Calabria, non può continuare ad essere una “miniera”, dalla quale di tanto in tanto, o solo talvolta in maniera programmata, sia possibile estrarre la materia prima, ma è bene che divenga, meglio prima che dopo, una “risorsa”, da investire per lo sviluppo sostenibile del territorio calabrese, in maniera specifica delle “Aree interne”.
Abbiamo coinvolto in questa iniziativa:
1)    gli Assessori Regionali all’Ambiente (on. Tommasi), alle Politiche comunitarie (On. Maiolo) ed il Vice Presidente della Giunta Regionale ed Assessore al Turismo (On. Adamo);
2)    I Parchi e le Aree protette della Calabria, nelle persone dei rispettivi Presidenti;
3)    L’Università della Calabria e la “Mediterranea” di Reggio Calabria;
4)    Studiosi della materia ed Enti del Settore Energie rinnovabili come Agroenergie Italia e del Settore ambientale, come il CAI – Calabria.
L’iniziativa ha avuto successo quanto a partecipazione e quanto a rilievo esterno (la stampa e RAI 3 Calabria ne hanno dato notizia) .  Quanto prima procederemo alla pubblicazione degli Atti. (Avrebbe dovuto partecipare ai lavori di questo Seminario il dr. Antonio Garcea, Presidente dell’Ente Parco, ma motivi di salute glielo impedirono. Solo qualche giorno fa abbiamo appreso, purtroppo, della sua scomparsa ed abbiamo indirizzato alla famiglia le sentite condoglianze dell’Associazione.)

Il secondo punto della attività ha riguardato la pubblicazione degli Atti del Convegno Nazionale sul tema: “Sessant’anni di Repubblica Italiana: 1946-2006” che, come ricorderete, abbiamo organizzato e svolto nella Sala “Green” del Consiglio Regionale della Calabria, il 6 e 7 Ottobre 2006.
Siamo stati gli unici a celebrare i sessant’anni della Repubblica Italiana, in maniera sentita e solenne. La nostra iniziativa ha avuto carattere nazionale ed è risultata momento di alta formazione per cittadini e studenti, per la presenza, in qualità di relatori, di due giudici costituzionali, e di studiosi e docenti di diritto e di economia nelle Università calabresi. Il volume è stato stampato in 1000 copie ed è stato inviato alle Scuole Superiori della Provincia di RC che, accogliendo il nostro invito, hanno consentito la partecipazione degli studenti delle ultime classi alla nostra iniziativa.

Il terzo punto delle attività svolte nel 2007 è stata la definizione del contributo per il sostegno economico deliberato dall’Assemblea dei soci, per venire incontro a bisogni primari dei Bambini dell’Africa.
Le cinque iniziative selezionate hanno ricevuto il nostro contributo, per un totale di € 6.000,= ed abbiamo ricevuto ringraziamenti ed apprezzamenti per la nostra sensibilità sociale. Come potrete notare, l’Ufficio di Presidenza ha ritenuto di proporre all’Assemblea di proseguire questa azione meritoria e nell’aggiornamento della previsione di spesa viene indicato in 10.000 €uro l’ammontare dello stanziamento previsto per l’anno 2008.

Il quarto punto ha riguardato il nostro impegno e la nostra partecipazione al Coordinamento Nazionale delle Associazioni Consiglieri ed ex Consiglieri d’Italia.

A questa parte della relazione dedicherò qualche considerazione in più del solito, perché come dirò da qui a poco, cresce la convinzione che questo impegno debba assumere maggiore rilievo nelle nostre attività, per considerazioni di carattere diverso, tutte riconducibili alla “mission” delle nostre Associazioni ed al ruolo che esse possono svolgere nel rapporto con le Conferenze dei Presidenti delle Regioni e dei Presidenti dei Consigli Regionali. C’è una particolare attenzione, inoltre, da parte della pubblica opinione, in parte anche una sovraesposizione mediatica, gravata talvolta in modo demagogico, sui costi della politica, nei quali, pensiamo a torto, si vuole fare rientrare a tutti i costi, l’onere che lo Stato sostiene per garantire uno “status” dignitoso ed una piena autonomia ai parlamentari ed ai consiglieri regionali, che rappresentano nel loro insieme la categoria dei “legislatori”.

La Calabria ha dato a queste attività un apprezzato contributo. Le riunioni dell’Ufficio di Presidenza e del Coordinamento Nazionale si tengono nella sede della Delegazione romana del Consiglio Regionale della Calabria, che l’Associazione può utilizzare in forza del disposto della L.R. n. 3/2001, che ha sancito questa facoltà.

Nel corso del 2007 sono stati organizzati 4 incontro dell’Ufficio di Presidenza  e due riunioni del Coordinamento Nazionale che hanno fatto registrare la partecipazione di 14 e 16 Associazioni sulle 20 costituite in Italia. La nostra Associazione si è fatta carico nell’ultimo triennio di curare ed assicurare la Segreteria del Coordinamento Nazionale.

Scaduto il triennio di  vita dell’Ufficio di Presidenza del Coordinamento Nazionale, sono ora in corso le procedure per la nomina del nuovo Ufficio di Presidenza.
E’ consuetudine che questa fase della vita associativa sia affidata ad un Comitato di Saggi che si interfacciano con tutte le Associazioni e propongono al Coordinamento Nazionale l’assetto del nuovo Ufficio di Presidenza.

L’ultimo Coordinamento Nazionale ha stabilito il percorso per giungere alla nomina del nuovo Ufficio di Presidenza:
•    Ha, innanzitutto, individuato i colleghi chiamati a far parte del Comitato dei Saggi (Baiardi del Piemonte – Longo del  Friuli V.G. – Mombello  delle Marche – Lazzaro del Lazio – Maria Rosa Cardia della Sardegna – Marinaro dell’Abruzzo);
•    Ha deciso di costituire un Gruppo di lavoro, composto da un rappresentante per ciascuna Associazione, cui ha affidato il compito di rielaborare il Regolamento per il funzionamento del Coordinamento Nazionale.

Queste due formazioni porteranno a termine il rispettivo lavoro entro la fine di Maggio ed il 7 di Giugno a Torino, nella sede del Consiglio Regionale del Piemonte, si riunirà il Coordinamento Nazionale, che, ascoltate le proposte elaborate, deciderà nel merito.

In costante collegamento con l’attività del Coordinamento Nazionale, abbiamo portato avanti in sede regionale l’azione di difesa dei nostri diritti acquisiti, sulla quale vi abbiamo tenuti costantemente informati e che ci vede, purtroppo, contrapposti alla Presidenza del Consiglio Regionale, che mentre veicola il messaggio di voler comporre la controversia, nei fatti continua nel diniego di incontrare l’Associazione per ragionare e pervenire ad una conclusione positiva. I nostri soci sono del parere di andare avanti nella controversia ed una prima iniziativa è già sfociata nel ricorso all’Autorità Giudiziaria. In questi giorni sono pervenute altre istanze di conciliazione da indirizzare all’Ufficio del lavoro competente: hanno superato il numero di 80.

La legge 24.12.2007 n. 244, recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2008), approvata dal Parlamento, intanto,                                                                                          ha sancito il blocco delle indennità parlamentari e dei Consiglieri Regionali per cinque anni. Il relativo articolo recita testualmente: “Ai fini della determinazione della quota di cui all’art. 1, 2° comma, della Legge 31 ottobre 1965, n. 1261, per 5 anni dalla data di entrata in vigore della presente Legge, non si applica l’adeguamento retributivo previsto dall’art. 24, commi 1 e 2, della Legge 23 dicembre 1998, n. 447

Il che significa che dal 1° gennaio del 2008 al 31.12.2012 gli assegni vitalizi, collegati all’ammontare dell’indennità di carica, resteranno congelati. A questo si deve aggiungere che mentre ai Senatori della Repubblica è stato corrisposto dal 1° gennaio 2007 l’aumento automatico dell’indennità di carica previsto dalla Legge 447/1998, ai Deputati, malgrado le rimostranze degli interessati e dell’Associazione degli ex parlamentari, tale aumento automatico è stato negato per espressa volontà del Presidente della Camera, con la conseguenza che in molte Regioni, tra cui la Calabria, non è stato praticato, sempre per il 2007, l’aumento automatico delle indennità di carica ai Consiglieri regionali e, dunque, la volontà politica ha finito col prevalere sul disposto della legge.

Contiamo di riprendere nelle opportune sedi parlamentari questa questione ed a rappresentare, in ogni sede, la difesa dei diritti acquisiti.  Se questo principio, di rilievo costituzionale e più volte ribadito dovesse venir meno, si realizzerebbe un vulnus insanabile nel sistema giuridico italiano.

Il quinto punto delle attività 2007 ha avuto come oggetto la partecipazione ad un bando pubblico della  “Fondazione per il Sud”, per il finanziamento di un progetto a carattere regionale dal titolo:
“ SUD: per una scuola che…conta”. Il progetto prevede un finanziamento complessivo pari a €  150.000,00 di cui 30.000,00 a carico dell’Associazione (€  7.000,00 in risorse umane).
Si tratta di sperimentare, d’intesa con l’Ufficio Regionale Scolastico e gli altri partners del progetto una nuova modalità di insegnare la matematica in alcune Scuole Medie calabresi.

Il sesto punto dell’attività 2007 ha riguardato la pubblicazione della Agenzia di Informazione dell’Associazione denominata, all’inizio, “L’OPINIONE” (ne sono usciti due numeri). Purtroppo una spiacevole e non voluta circostanza – l’esistenza di una testata con lo stesso nome a Catanzaro – ha provocato il nascere di un contenzioso, risolto con buonsenso, poiché l’Associazione ha sospeso la pubblicazione della Rivista e richiesto al Tribunale di Reggio Cal. il cambio del nome in “ Opinioni Calabria”. {mospagebreak}

C. IL CONTO CONSUNTIVO 2007.

Il conto consuntivo 2007, che troverete nella cartella, chiude registrando in entrata la somma di €  203.148,63 e spese complessive ari a € 103.677,32 – con una rimanenza di cassa di €  99.471,31 che è stata portata in aumento delle disponibilità economiche per l’anno 2008.

D. VARIAZIONI AL BILANCIO DI PREVISIONE PER L’ANNO 2008.

Le disponibilità per l’anno 2008, pertanto, tenuto conto delle entrate per quote sociali e del contributo riveniente dalla L.R. n. 3/2001,  ammonteranno complessivamente a € 224.771,31 – secondo il dettaglio contenuto nell’allegato che troverete in cartella, predisposto dall’Ufficio di Presidenza e verificato dal Collegio dei revisori dei conti. Il documento contiene le previsioni di spesa, dalle quali si potrà evincere l’attività  programmata per l’anno 2008.

Abbiamo, con questo, offerto alla vostra considerazione e valutazione il quadro completo delle attività sociali realizzate nel corso del 2007, il relativo conto consuntivo e le conseguenti variazioni da approvare alla previsione delle entrate e delle uscite per l’anno 2008, completando, così, i nostri adempimenti statutari.

Ora, come premesso, svolgeremo qualche considerazione sulla condizione del sistema politico-istituzionale italiano con riferimento specifico ai risultati elettorali della consultazione popolare del 13 e 14 aprile 2008 ed alle conseguenze che da essi scaturiscono sia sul piano nazionale che su quello regionale.

E. IL SISTEMA DEMOCRATICO ITALIANO DOPO IL 13-14 APRILE 2008.

Non ripeteremo meccanicamente il riferimento che spesso si fa alle diverse Repubbliche (la prima, la seconda, la terza), non ci sembra il caso, convinti come siamo che la Repubblica sia sempre ed è meglio per tutti che resti quella configurata in maniera mirabile nella Carta Costituzionale. Non lo faremo anche per evitare di dare la sensazione che, parlando di prima o di seconda Repubblica, mettiamo a confronto periodi diversi della storia italiana al fine di stabilire, magari in maniera surrettizia, se fosse migliore o peggiore la prima della seconda o viceversa.

Il sistema democratico, questo è importante affermare, ondeggia ancora alla ricerca di un assetto stabile, condiviso, anche dopo il 13 e 14 aprile del 2008. Un assetto stabile che sia il frutto di una comune elaborazione e di una altrettanto necessaria e comune approvazione e sanzione. Fino a quando questa condivisione non si manifesterà attraverso cogenti decisioni del Parlamento, nessuno potrà affermare che si sia approdati ad un sistema democratico stabile e condiviso. I tentativi sin qui prodotti, in questo senso, sono stati tentativi di maggioranza, di schieramento, che non hanno fatto altro che confermare che l’instabilità governa e fin quando governerà l’instabilità il paese, il popolo italiano ed il loro ruolo nella Comunità Internazionale ne soffriranno e difficilmente riusciranno a tenere il passo con il progredire della civiltà e dell’economia.

Che siamo ancora di fronte ad un sistema democratico ondivago, lo testimoniano alcuni fatti recentissimi della storia d’Italia. Al 31 dicembre del 2007 il Governo del paese pur conservando intatta la sua “debolezza d’origine” – chi non ricorda il risultato elettorale del 2006 – definito una “quasi vittoria” del centrosinistra, con il premio di maggioranza che ha assicurato i numeri per governare alla Camera dei Deputati, ma non altrettanto al Senato della Repubblica, dove il premio di maggioranza che la legge elettorale prevede sia calcolato Regione per Regione, aveva assegnato alla coalizione vittoriosa, una maggioranza di 5 – 6 voti. Si paragonò, allora, il Governo del Paese ad una “anatra zoppa”, con una espressione abbastanza felice.

Ebbene questa condizione rivelava una discreta condizione dell’anatra al 31.12.2007 perché il Governo era riuscito a portare a casa sia l’accordo sullo stato sociale stipulato con le rappresentanze sindacali, e confermato da un referendum molto partecipato nelle fabbriche, sia l’approvazione in Parlamento del Bilancio di previsione per l’anno 2008. Erano questi sicuramente buoni risultati, anche se la “debolezza originaria” della maggioranza di governo e la sua precarietà visibile derivante da una litigiosità morbosa, era latente ed in agguato. A gennaio, infatti, era già prevista in Senato (la gamba zoppa dell’anatra) la votazione di una mozione di sfiducia al Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio, che non faceva presagire nulla di buono.

Ma si era già scatenata, nel sistema, una sorta di corsa per far cadere il governo,fiaccato al suo interno da comportamenti platealmente divaricanti delle diverse e non coese forze politiche, a caccia soltanto di visibilità propria, incuranti del destino del paese e della gravità dei problemi da affrontare.

Ed una volta lanciato lo sprint finale, in pochi giorni, i protagonisti decisivi sono risultati uomini che dalla politica avevano avuto tutto, onori e gloria, oltre che notorietà immeritata. Hanno vinto lo sprint i “transumanti”, quelli che hanno scritto, purtroppo, qualche flash di storia nella vita politica italiana, passando da uno schieramento all’altro (una delle caratteristiche più spregevoli del sistema politico italiano).

Poi è successo tutto nei primi cento giorni del 2008, un anno bisestile.

Alla sfiducia al governo ha fatto seguito il fallimento del tentativo del Presidente del Senato Marini di dare vita ad un governo a termine, che fosse capace di approvare una nuova legge elettorale condivisa ed il conseguente scioglimento delle Camere, con la indizione dei comizi elettorali per eleggere il nuovo Parlamento.

Si era consumato così  il terzo tentativo effettuato (dopo il fallimento della bicamerale e quello di riformare la seconda parte della Costituzione con una votazione condivisa) di apportare al sistema democratico le necessarie ed urgenti riforme Costituzionali, per sancire, stavolta sì, l’affermarsi di una  seconda fase nella vita della Repubblica, contrassegnata dalla capacità di scrivere ed approvare assieme, condividendole, le regole generali per migliorare il funzionamento dello Stato democratico e consentirgli, così, di risolvere le ataviche questioni che impediscono al popolo italiano una vita più dignitosa e meno avventurosa.

C’era una espressione che correva di bocca in bocca tra i ragazzi, quando avevamo i pantaloncini corti e volevamo litigare:  “ora veni du meu”. Stava a significare che il ragazzo riteneva che fosse arrivato il suo turno e che dovesse essere lui  a stabilire la “regola”. Esattamente quello che hanno pensato nel lasso di tempo 1992 -2007, le maggiori e minori forze politiche che compongono il sistema democratico italiano.

Azzardo un giudizio che spero non sia avventato. Penso, ahimè, che sia venuta meno la cultura politico-istituzionale, che consentì nel lontano 1946 di costruire la Repubblica democratica fondata sul lavoro. Questa carenza, accentuata col trascorre del tempo, ha fatto perdere di vista il bene supremo della comunità nazionale: le regole, in democrazia, si scrivono assieme e poi il popolo decide col proprio voto a chi affidare la responsabilità di governare il paese. Una regola fondamentale, fondante, che ha vissuto la sua unica stagione nella fase Costituente.

Se si prova a discuterne, lo abbiamo ricordato e fatto anche noi nel nostro Convegno sui sessant’anni della Repubblica Italiana, a parole sono e siamo tutti d’accordo, ma nei fatti vorrebbero avere o vorremmo avere soltanto le mani libere, per fare a piacimento quello che a loro, a noi conviene.

Nasce da questo cancro, da questa grave patologia del sistema politico, il procedere ondivago, ed azzardo la previsione, peraltro facile, che fino a quando non si asporterà questo cancro e non si scriveranno assieme le regole condivise per riformare lo Stato democratico, quale che sia la ragione o la giustificazione o l’alibi di momento e quali che siano di volta in volta le parti che assumono posizioni contro,  il sistema democratico non troverà l’assestamento giusto ed il necessario, indispensabile equilibrio e la instabilità resterà al potere, con tutte le gravi conseguenze che essa comporta per l’Italia sia sul piano interno che su quello internazionale. Non tragga in inganno, sotto questo  profilo, la stabilità che il risultato elettorale assicura all’azione di governo, che è altra cosa.

Il risultato elettorale è inequivoco, a giudizio oggettivo e pressoché unanime ( E’ concorde anche la nuova leader degli Industriali italiani Emma Marcegaglia). Il PDL ed i suoi alleati hanno vinto le elezioni ed il risultato conseguito consentirà di governare il paese, a meno di cataclismi, per una intera legislatura. Ma gli ostacoli sono sempre presenti: basta ricordare il “Referendum” per la riforma della legge elettorale previsto per la primavera del 2009 e le sue ipotizzabili conseguenze, se non dovesse essere evitato.

Quello che è accaduto, tuttavia, va analizzato e considerato per provare ad immaginare le possibili future evoluzioni del sistema.

La nascita del PD, accelerata per il precipitare degli eventi e la sua scelta di correre “da solo, ma non in solitudine”, ha costretto il sistema democratico a misurarsi con una situazione nuova e non prevista, generando conseguenze che solo il tempo potrà prendere in considerazione per capire se il Paese ha fatto qualche passo e in quale direzione lo abbia fatto.

A prima vista, ma solo a prima vista, il sistema parrebbe privilegiare un assetto bipartitico e se questa fosse la credenza politica di chi ha il pallino in mano in questo momento, le conseguenze potrebbero avere una ambivalenza ieri sconosciuta. Un tale assetto potrebbe accreditare che il Paese viaggia verso quella democrazia compiuta o dell’alternanza, che è tipica delle grandi democrazie occidentali. Ma è possibile dare questo significato al risultato del voto? Personalmente ho molte riserve.

Il risultato elettorale, tra l’altro, ha notevolmente ridotto, in Parlamento, ma non certo nel Paese, i protagonisti della vita democratica. Quando una forza politica, nella democrazia rappresentativa non esprime una rappresentanza parlamentare per via di una legge elettorale che definire “scellerata ed iniqua” è poco, è possibile affermare che il pensiero politico rappresentato storicamente da quella componente muoia? E che per la democrazia questo sia un risultato in se positivo? O che non ci sarà un modo per rappresentarsi comunque ed in maniera non pubblica, nella società?

Ancora. Certo, ai fini dell’esplicarsi dell’azione di governo e della produzione legislativa la semplificazione introdotta dal risultato elettorale non è di poco conto. Ma chi se la sente di affermare “tout court” che la semplificazione è la carta vincente a gestire la politica, che per sua natura, nelle situazioni date, è sempre governo della complessità? C’è, sicuramente, una influenza “morotea” in questa metodologia di approccio alla politica, ma voi che siete sempre indulgenti, me la perdonerete. Voglio affermare che le complicazioni nascono sempre dalle nuove situazione e quelle previste oggi in una determinata situazione sono diverse da quelle che nasceranno nella fase nuova aperta da un assetto nuovo e diverso delle forze democratiche che sono in campo.

Essendo tutto, ora, più semplice, immaginiamo che i processi decisionali diventeranno più semplici, più veloci, più incisivi. Ma sarà proprio cosi? O, per caso, nelle nuove situazioni date, nasceranno complicazioni nuove e diverse?

Facciamo un esempio per comprendere meglio. Sono trascorsi soltanto 10 giorni dal risultato elettorale e fra tutte le cose che sono chiare ve ne sono alcune indicative. Nella coalizione di centrodestra Bossi  dichiara che non andrà più a Roma alle interpartitiche della maggioranza e che vedrà e parlerà soltanto con Berlusconi ad Arcore. Lo aveva fatto anche prima, ma ora alza ancora di più la voce per via del risultato elettorale inequivoco per quanto riguarda la Lega Nord.  E il PDL, alla luce di queste nuove complicazioni e nuovi equilibri di potere, nascerà ancora come nei patti? O si manifesterà in AN, il bisogno di una pausa di riflessione?

Analogamente, nel PD, la nuova realtà uscita dalle urne, faciliterà la convergenza pattuita con l’IDV o la complicherà, atteso che c’è già un comune convenire tra queste due diverse forze, che hanno deciso seppure motivate da oggettive convenienze tattiche, di presentarsi in Parlamento con Gruppo separati?

E quale rapporto si instaurerà tra il PD e lo schieramento alla sua sinistra, o i socialisti, assenti in Parlamento, ma presenti nelle Autonomie Locali (Regioni – Province – Comuni, etc.) e nella società italiana?

E, ancora, quale sarà, il ruolo che assumerà l’Unione di Centro di Casini, in Parlamento e nelle Autonomie Locali?

Ecco alcuni dei tanti e tanti interrogativi che il risultato elettorale propone ed ai quali la politica, illuminata dalla voglia di applicarsi ad individuare il bene comune, non può non fornire una risposta.

A noi non resta che augurarci per il bene del Paese, alcune cose cui teniamo ed a cui pensiamo di potere assicurare il nostro sostegno per quel che può valere:

1)    Il governo è affare della maggioranza e della sua capacità di coinvolgere nelle decisioni le forze sociali e gli interessi organizzati, mentre il controllo è affare della opposizione e della società civile;
2)    E’ dovere di tutte le forze politiche presenti in Parlamento dare vita subito ad uno strumento che assicuri la elaborazione di una proposta condivisa di modifica della II^ parte della Costituzione e della legge elettorale nazionale;
3)    Sarebbe profondamente giusto perché qualsiasi altra idea sarebbe “incostituzionale” assicurare che la Repubblica Italiana resti una, indivisibile e profondamente solidale;
4)    Come si pensa di affrontare la “questione meridionale”, considerato che la divisione profonda tra Aree sviluppate ed aree sottosviluppate del Paese permane ed impedisce all’Italia di crescere e svilupparsi come potrebbe e dovrebbe, anche per poter esercitare con pieno merito e maggiore incisività la propria influenza all’interno dell’Unione Europea e delle grandi Organizzazioni Internazionali ?
5)    Considerare tra le riforme serie da apportare alla seconda parte della Costituzione quella che porti a rivedere il numero delle Regioni a Statuto Speciale, per includere tra esse le Nuove Regioni di confine, alla luce dello sviluppo politico dell’Unione Europea.

Siamo pronti, come in altre circostanze, a fare la nostra parte.

L’iniziativa che propongo a questo riguardo è di concertare assieme con le Università della nostra Regione, e realizzare, una serie di Seminari di approfondimento su queste questioni che per noi sono di vitale importanza per la positiva evoluzione del sistema democratico.

Anche la nostra Regione risentirà dell’esito del risultato elettorale. La Calabria, come le altre Regioni, pur essendo parte di questa grande “questione nazionale”, presenta le sue peculiarità.

Il risultato elettorale è omologo ed omogeneo col risultato elettorale nazionale, al di la dei tentativi di minimizzarne la portata, e questo conferma che le consultazioni nazionali hanno una loro caratterizzazione che talvolta prescinde dalle responsabilità dei governi locali. Ma la immediata congiunzione che occorre affermare per il caso Calabria è che il risultato risulta aggravato e/o contraddetto da alcune indicazioni, ancorché molto parziali, di contestuali risultati elettorali locali.

Il centrodestra ha riportato la vittoria anche in Calabria anche se al suo interno ci sarà una ristrutturazione dovuta al fatto che l’Unione di Centro è andata per conto suo ed ha ottenuto un lusinghiero risultato, mentre si è verificata una discreta migrazione di consensi legati allo spostamento di notabili da una forza politica all’altra.

Il centrosinistra esce sconfitto e la sconfitta, secondo alcuni, è dovuta agli errori compiuti nella composizione delle liste, mentre per altri la debacle è figlia del disimpegno di alcune componenti del PD. Sinistra Arcobaleno, Socialisti e Destra, seguono il destino nazionale e non arrivano in Parlamento.

La situazione è complicata dal fatto che il PD è al governo della Regione con Socialisti e Sinistra Arcobaleno e che al suo interno vi sono segnali di resa dei conti, mentre il Presidente della Regione riflette sul risultato elettorale nazionale che sembra accreditare una maggiore presa sull’elettorato da parte dei Partiti Locali. Il Presidente non ha certo dimenticato che il PDM aveva presentato un proprio simbolo, pensando di concorrere alle elezioni politiche.

Insomma, pare riaffiori una modalità “separata” di ricercare il rimedio ai mali che affliggono la politica. Ci sono sempre, nuove ed ulteriori ragioni di separazione, di distinguo, le quali piuttosto che agire in direzione della composizione lavorano per separare, per confliggere, essendo venuta meno quella cultura politico-istituzionale che abbiamo richiamato nei riferimenti fatti sopra, a proposito della “questione nazionale”. Nuove nuvole all’orizzonte, dunque, nuovi scenari di un conflitto che si sviluppa per il primato del potere per il potere, in assenza di una progettualità generale condivisa che possa nobilitarlo.

Continueremo a fare la nostra parte, quella attenta a considerare e discutere i problemi della Calabria e dei calabresi, sperando, col nostro contributo positivo e propositivo, di poter essere utili alla causa, anche se questo non sempre risulta gradito al “manovratore”, attento, molto dedito, invece, a conoscere la risposta all’interrogativo della fiaba: specchio, specchio delle mie brame….chi è il più potente di questo reame?

Fino a quando la politica continuerà le sue esercitazioni con recite a soggetto di questa portata, si allontanerà sempre più dalla linea dell’orizzonte la speranza di costruire una Calabria nuova e diversa, capace di stare con dignità ed orgoglio al passo della civiltà, che pure va avanti in altre Regioni del Paese, fino a conoscere nuovi miracoli e nuovi orizzonti di civiltà e progresso.

A queste poche considerazioni che servono a stimolare una più pregnante analisi, sono sicuro che i colleghi presenti sapranno aggiungere, con le loro sensibilità politiche, riflessioni utili a capire dove va il sistema democratico, un problema di grande rilievo politico che interessa tutti i cittadini.

Vi ringrazio per l’attenzione e porgo a tutti l’augurio di buon lavoro.

 

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