Mercoledì 14 giugno 2023
La Calabria è ancora in tempo per la “grande fuga”. L’importante è non perdere il “treno” in transito.
Occorre essere realisti, ma anche ottimisti perché la Calabria può ancora farcela a salire sul treno dello sviluppo socio-culturale, economico-occupazionale ed infrastrutturale voluto dai calabresi, in primis, e dall’Unione Europea che chiede alla classe dirigente di varare politiche volte a ridurre le distanze tra regioni del Nord e quelle del Sud e ad aumentare la coesione sociale. È quanto è emerso al convegno dell’Associazione fra ex consiglieri regionali della Calabria, “Programmazione, sviluppo e territorio per la fertilizzazione del sistema Calabria”, ospitato dell’Università della Calabria (UniCal) di Rende (Cosenza), il 13 giugno. E’ stata una proficua occasione non scontata di “intergenerazionalita’” tra adulti con il proprio bagaglio di esperienze, anche di ex consigliere regionale, e giovani volenterosi e desiderosi di contribuire al riscatto e allo sviluppo della Calabria a partire dai suoi territori. Tant’è vero che alcuni di loro sono giunti all’UniCal da Montegiordano, estrema periferia dell’Alto Jonio Cosentino. La gran parte dei giovani calabresi non vuole emigrare, ma vivere dignitosamente nella propria terra e per farlo ha bisogno di prospettive sociali ed occupazionali certe.
Quest’Associazione, che lo scorso 6 maggio ha compiuto 35 anni di attività (1988-2023), ha inteso, per contrastare la desertificazione in atto, promuovere una serie di convegni itineranti nei territori coinvolgendo i rappresentanti delle diverse categorie che compongono la società, a partire dalla politica. A questo primo convegno, presso UniCal, sono stati invitati a relazionare esperti e docenti universitari insieme ai vertici dalla Confindustria e dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Cosenza. Hanno portato il loro saluto istituzionale il pro-rettore dell’UniCal, Patrizia Piro, il presidente dell’Associazione, Stefano Arturo Priolo, e sono Intervenuti Adriano Giannola (in video conferenza), presidente della Svimez, che si è soffermato sulle opportunità e prospettive della Calabria e non solo, attraverso il PNRR, Vincenzo Carrieri, ordinario di Scienza delle Finanze all’UniCal, che, prendendo spunto dal libro del premio Nobel Angus Deaton, “La grande fuga. Salute, ricchezza e origini della disuguaglianza”, ha spiegato le criticità che hanno portato la Calabria fino ad oggi a non partecipare alla “grande fuga” verso standard di vita migliori, e Vincenzo Falcone, già docente universitario e segretario generale presso il Comitato delle Regioni dell’UE di Bruxelles, autore del libro “Calabria. Il buio oltre la siepe”, pubblicazione che ha dato anche stimolo alla serie di convegni programmati dall’Associazione.
Molto propositivi sono stati gli interventi dei presidenti della Confindustria, Fortunato Amarelli, e dell’Ordine degli Ingegneri, Marco Saverio Ghionna, e della vice sindaca di Cosenza, Maria Pia Funaro. I lavori sono stati coordinati dal giornalista Riccardo Liguori, direttore di “Opinioni Calabria” (periodico dell’Associazione), che ha illustrato le finalità di questa realtà associativa volte al bene comune, e conclusi dal vice presidente Ernesto Funaro. Questi ha annunciato il prossimo convegno, da tenersi in autunno, che verterà su una delle principali “vie del mare”, il Porto di Gioia Tauro e il suo indotto il cui rilancio contribuirà non poco alla “grande fuga” della Calabria verso la sua fertilizzazione.
Ai lavori , animati da un interessante e vivace confronto tra relatori e pubblico, erano presenti anche il pro-rettore emerito dell’UniCal, Giuseppe Trebisacce, già presidente della Fondazione Antonio Guarasci, dedicata al primo presidente della Regione Calabria, e diversi ex parlamentari e consiglieri regionali giunti dalle altre quattro province calabresi.
Comune a tutti gli interventi il plauso rivolto all’Associazione per il suo impegno a fare rete nel territorio traghettando, anche nel saper tenere viva la memoria, il passato nel presente con uno sguardo al futuro, stimolando incontri dove, nel mettere a fuoco le criticità del “sistema” Calabria, vengono sollecitate, anche con il contributo di esperti, politiche risolutive delle stesse che favoriscano l’accesso ai diritti di cittadinanza quali, ad esempio, la sanità, l’istruzione e la mobilità.
Sono stati snocciolati dati che fanno riflettere quanto l’Italia si stia meridionalizzando, a partire dal Nord impegnato a chiedere solo l’autonomia differenziata, con un tasso di occupazione in Italia al 58%, in Calabria al 42%, mentre la media europea è al 68%, nelle donne è al 49% rispetto al 63% dell’UE e in Calabria è appena il 30%, cioè una madre su tre lavora (al centro-nord sono due su tre). Anche il tasso di povertà in Calabria non dovrebbe far dormire tranquilla la sua governance, perché è al 33%, esattamente il triplo del tasso nazionale (11%).
Dai relatori l’auspicio rivolto alle diverse componenti della società calabrese, quello di un impegno maggiore e comune per formulare istanze, ma, nel contempo, partecipare uniti alla progettazione e realizzazione delle stesse, lasciandosi alle spalle l’assistenzialismo che contribuisce ad alimentare una “cultura feudale” da cui trae beneficio l’antistato criminale.
Alla Chiesa le è stato riconosciuto un ruolo importante nel favorire una maggiore inclusione sociale facendo emergere e contrastando il fenomeno povertà, attraverso la Caritas, il “Progetto Policoro” e le tante opere socio-caritative e culturali promesse anche con i fondi 8xMille.
Si è parlato degli abbandoni scolastici, non pochi dei quali vanno ad incrementare la manovalanza delle organizzazioni mafiose, di disoccupazione e di occupazione precaria, in nero, sottopagata, quindi della fuga di cervelli e di braccia (negli ultimi 20 anni 800mila giovani hanno lasciato il Sud di cui 300mila laureati). Non sono stati trascurati neppure il declino demografico, la scarsa propensione a fare impresa e l’impatto, si spera positivo, che potrà esserci attraverso studi e ricerche sull’intelligenza artificiale, soprattutto in ambito sanitario, dove la stessa UniCal può avere un ruolo da protagonista ed essere all’avanguardia. Anche per questo la Calabria è ancora in tempo per la sua “grande fuga”, l’importante è non perdere il “treno” che sta transitando, PNRR e non solo, docet!