Le difficoltà che oggettivamente emergono riguardano sia settori importanti della vita istituzionale, sui quali è particolarmente sensibile l’attenzione dei cittadini (la organizzazione della Sanità e le più spinose situazioni ambientali, i costi della politica e gli sprechi di risorse, le carenze gestionali – amministrative) sia la erogazione della spesa (i ritardi, ormai evidenti, nell’investimento delle risorse disponibili recate dal POR Calabria 2007-2013).
Queste pesantezze, già di per sé negative e foriere di ulteriori difficoltà, sono acuite dall’avvio, ormai nei fatti, della campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Regionale e dalle fibrillazioni politiche che accompagnano appuntamenti di tanto rilievo e responsabilità.
Tutto questo accade mentre ulteriori preoccupanti fibrillazioni si registrano dentro i Partiti maggiori e dentro le “possibili coalizioni”, in vista dell’approssimarsi della scadenza elettorale.
La competizione appare, pertanto, non già tra forze che si misurano per il governo dei processi che muovono la società calabrese, ma in funzione dell’esercizio e della gestione del potere.
E’ in questo scenario che è stato presentato in Consiglio Regionale un “corpus” di proposte di legge, comportanti modifiche allo Statuto della Calabria, alla legge elettorale regionale e la proposta di legge regionale contenente norme per lo svolgimento delle elezioni primarie obbligatorie per la sola elezione del Presidente della Regione.
La nostra Associazione, attenta a questi problemi, ha offerto, al sistema politico della Calabria, propri contributi positivi e propositivi, in più circostanze con Seminari e Convegni, consapevole, anzitutto, che la riforma debba essere perseguita rispettando due regole fondamentali perché essa abbia successo:
1. la prima riguarda l’imperativo di procedere alla scrittura di regole condivise come insegna l’esempio mirabile della Costituzione della Repubblica Italiana;
2. la seconda concerne la necessità indispensabile di rendere partecipata la riforma che si propone, perché si dispieghi il confronto ed il dibattito pervada i diversi strati della popolazione, le diverse componenti della classe politica dirigente, consentendo alla democrazia di esplicare la sua funzione in maniera compiuta.
Questi “suggerimenti” li avevamo ricordati e veicolati colnumero di Maggio di “OPINIONI CALABRIA”, la nostra Agenzia di informazione, ovviamente senza alcuna pretesa di essere ascoltati ed ignari che “costituzionalisti in erba” fossero all’opera.
Il “corpus” di proposte, firmate Loiero e Bova, non corrisponde, quindi, agli interessi istituzionali e generali dei cittadini calabresi e della Calabria, come non sono in sintonia con la condizione di malessere che segna la vita della Regione.
Noi pensiamo che i presentatori non si sono curati molto di osservare le due regole sopra richiamate. Le proposte, partorite in laboratorio specializzato, non sono il frutto dunque di nessun confronto e di nessun dibattito, per quello che è dato conoscere. Esse sono la risultante di una fiera delle convenienze innominabili che vorrebbero produrre norme che, in ogni caso, e nemmeno in maniera inconfessata, sono funzionali all’autodifesa del sistema ed in esso delle persone maggiormente interessate, al di là del ruolo svolto dalle coalizioni e dai Partiti.
Il nostro dissenso, pertanto, si legge nelle cose scritte. Noi pensiamo che questa non sia la strada da battere per aiutare la Calabria a rinascere; il sistema democratico, questo sistema democratico, ha bisogno di rigenerarsi, e per farlo si debbano proporre altre modifiche allo Statuto ed altre modifiche alla legge elettorale.
Il nostro contributo, positivo e propositivo, pertanto, guarda, responsabilmente in altra direzione.
Alcune modifiche allo Statuto sono urgenti ed indispensabili e noi siamo fieri di averle sostenute sin dal 2003, nel nostro Seminario fatto a Copanello, altre si rendono necessarie per fare spazio alla democrazia, alla meritocrazia, alla trasparenza ed all’insegnamento che viene dall’esperienza istituzionale vissuta.
Esse possono essere così riassunte:
a) le modifiche allo Statuto debbono riguardare, anzitutto, la istituzione di un sistema preventivo di controlli, ancorché limitato ad atti significativi e specifici, per contenere lo strapotere amministrativo ed arrestare la “deregulation”, rendendo efficace e trasparente la erogazione della spesa regionale;
b) esse debbono perseguire la concreta riduzione dei “costi della politica”, da non confondere con i costi di funzionamento delle istituzioni e, dunque, di difesa della democrazia rappresentativa e del sistema giuridico garantito dalla Carta Costituzionale. In particolare vanno ridotti il numero dei Consiglieri Regionali da eleggere (numero da fissare nello Statuto) e le Commissioni Consiliari, la cui organizzazione attuale risulta abbastanza frammentata, come va rivista la disciplina dei Gruppi Consiliari ed il loro finanziamento, che non può comprendere anche quello dei rispettivi Partiti, ormai palesemente e pesantemente finanziati, senza alcun controllo, con risorse a carico della finanza pubblica e, dunque, del cittadino contribuente;
c) occorre riesaminare con onestà, trasparenza, buonsenso e misura, la legislazione riguardante lo “status” del Consigliere Regionale e revisionare la normativa regionale sugli Assessori esterni, che non possono essere parificati in tutto agli eletti alla carica di Consigliere;
d) occorre evitare il proliferare dei Consiglieri Regionali, escogitando Consiglieri supplenti che sostituiscono i Consiglieri nominati alla carica di Assessore (incompatibile con quella di Consigliere), ovvero attraverso meccanismi incontrollati inseriti nelle modifiche alla legge elettorale, che alterano il rapporto di rappresentanza tra elettori ed eletti;
e) occorre ridurre il potere amministrativo a livello regionale per decentrarlo ai livelli territoriali e potenziare, invece, a livello regionale, le funzioni di indirizzo e controllo sul sistema amministrativo decentrato;
f) è necessario, infine, riformare e riqualificare gli Enti strumentali, ove se ne ravvisi la validità dal punto di vista programmatico e della funzionalità, riducendo il numero dei Consiglieri di Amministrazione per accrescerne, invece, le professionalità e la qualificazione manageriale.
Tra le modifiche proposte alla legge elettorale fa spicco quella riguardante la possibile e numericamente imprevedibile lievitazione del numero dei Consiglieri assegnati.
Una siffatta norma, se venisse introdotta, comporterebbe due conseguenze:
a) la indeterminatezza del maggiore onere posto a carico del bilancio regionale;
b) la garanzia del mantenimento dello statu-quo, che mortifica la speranza di rinnovamento della classe dirigente istituzionale e politica della Calabria.
In merito alla proposta di legge riguardante le elezioni primarie, l’Associazione esprime serie riserve di costituzionalità. La proposta come formulata viola il principio di autonomia organizzativa dei singoli partiti e le libertà politiche delle persone e dei gruppi organizzati.
Essa, inoltre, costituisce una vera e propria surroga delle responsabilità proprie delle singole formazioni politiche.
Essa, in definitiva, appare come uno strumento di conservazione della rappresentanza politica, con innegabile aggravio della finanza regionale.
L’Associazione, ancora una volta, prova a disegnare un percorso virtuoso per la Calabria e i calabresi e lo offre alla responsabilità e alla riflessione delle forze politiche e del Consiglio Regionale. Essa arricchirà il suo contributo di proposta con riferimento specifico alle linee di un “Progetto per la Calabria” i cui contenuti saranno pubblicizzati quanto prima ed offerti al sistema politico come momento di riflessione.
Si tratta di una sfida che occorre saper cogliere, che interpella i singoli Consiglieri oltre che i Gruppi Consiliari di loro riferimento.
C’è ancora tempo, insomma, per raddrizzare la rotta e siamo sicuri che nessuno vorrà sottrarsi alle proprie responsabilità politiche rispetto al corpo elettorale.
In assenza di questo coraggio, il nostro timore è che il futuro sperato dalla Calabria sia irraggiungibile e che i cittadini elettori avranno l’onere e la responsabilità di doversi occupare e preoccupare della partecipazione responsabile alla vita politica più di quanto non lo abbiano fatto per il passato.
(‘) testo diffuso anche ai mezzi regionali della comunicazione. Lo ha ripreso e pubblicato per intero soltanto “Il Domani”, che l’Associazione ringrazia.