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Vincere per vincere o vincere per amministrare

e governare meglio la Calabria?

 La risposta al quesito non è univoca, non può essere univoca. La domanda, importante per il futuro della Calabria e dei calabresi che la abitano, riguarda la consultazione dei cittadini, stabilita per la prossima primavera, per il rinnovo del Consiglio Regionale.
La risposta, naturalmente, dipende da chi si cimenta con l’interrogativo e dalle aspettative, dalle attese che l’evento elettorale genera nella vita quotidiana dei cittadini, delle famiglie, delle imprese, delle forze economiche, politiche e sociali, che si organizzano per la difesa e la salvaguardia dei rispettivi interessi.
Anche l’Associazione è partecipe di questa attesa. Lo è perché all’inizio di questa legislatura, prima ancora
che fosse noto il risultato elettorale,pubblicò e fece avere ai candidati alla Presidenza (Abramo – Loiero) le sue riflessioni ed anche qualche proposta. Lo è perché nel corso della legislatura si è applicata, con diverse
iniziative, all’approfondimento di alcune problematiche fondamentali per il futuro della Regione. Lo è, ancora,
perché i suoi soci sono cittadini calabresi e, dunque, con proprie idee; utili, secondo noi, per la esperienza politica da cui provengono. Se c’è stato un dibattito, insomma, essi hanno preso parte e partecipato responsabilmente ad offrire un contributo esplicativo ed approfondito sui temi dell’ambiente, sulle riforme istituzionali, sulla gravità della condizione sanitaria calabrese, per citarne alcuni.

Ma torniamo alla domanda. Se ad essa fossimo convinti di rispondere “vincere per vincere” e basta, dovremmo dare per scontato che non baderemmo “a spese” e, dunque, ogni mezzo diventerebbe lecito e tutti i consensi, anche quelli in odore di “ndrangheta” o di altri poteri occulti, potrebbero essere utili ed implicitamente od esplicitamente richiesti.Ora noi sappiamo che su questa questione che riguarda la presenza e la organizzazione della criminalità in Calabria siamo pervenuti, ahinoi, ad un “top” riconosciuto da tutti a livello planetario, sicchè riesce difficile immaginare che su di essa si possa “glissare” e non operare, invece, un netto, esplicito e forte pronunciamento.
Non può essere che ci sia indifferenza su questo tema, né che sia possibile evitare una netta scelta di campo ed una presa di distanza ancora più marcata che riguardi tutte le tappe decisionali: dalla selezione dei candidati alla ricerca del consenso, sia pubblica che privata. Candidature integerrime, dunque, e pubblico rifiuto del voto degli aventi diritto appartenenti alle organizzazioni malavitose. Se c’è ancora in vigore un codice di autoregolamentazione nelle forze politiche partecipi del sistema politico democratico esso va, inoltre, fatto valere con estremo rigore.
Questa scelta non appartiene ad una parte, è la consapevole scelta che tutte le forze in campo devono proclamare e pubblicizzare per il bene di tutta la Calabria.
Dunque, noi ci poniamo tra coloro che manifestano una forte domanda di cambiamento della politica e delle Istituzioni che la sostanziano; in primis, per una Calabria sicuramente affrancata dal peggiore dei suoi mali: la presenza sul suo territorio della “ndrangheta”, la più forte e pericolosa organizzazione criminale conosciuta a livello mondiale.Questo vuol dire che alla domanda perché vincere, noi rispondiamo: l’obiettivo che le forze politiche concorrenti devono porsi è di vincere per amministrare e governare meglio la Calabria.
E poiché nel momento storico presente le scelte devono essere trasparenti, la risposta da noi data, che ad alcuni potrebbe apparire persino ovvia e, forse, superflua, va corredata di ulteriori elementi di esplicitazione.
“Vincere per amministrare” vuol dire riconoscere che, malgrado il tempo trascorso dall’avvento delle Regioni, la nostra deve ancora pervenire ad una organizzazione efficiente ed efficace dei suoi Uffici, e che, quindi, il problema organizzativo Uffici/Personale, la c.d. macchina burocratica, nel programma di governo deve occupare un posto di assoluto e primario rilievo, per trovare, col completamento della “Cittadella” a Catanzaro, un assetto operativo funzionale ed una produttività che deve essere il primo obiettivo del governo della Calabria. La politica non può, infatti, ignorare, che la buona amministrazione, le buone pratiche amministrative,
la legalità e la trasparenza, dipendono in gran parte da un quadro certo di “Norme e procedure”, dal livello di professionalità,dalla formazione continua e dalla motivazione acquisita dalle risorse umane disponibili, oltre che dalla modernizzazione spinta delle tecniche di organizzazione, informatizzazione e controllo.
“Vincere per governare”. Osservata dall’interno e dall’esterno, la Calabria non appare governata. Questo non é un giudizio ma una constatazione generale che non riguarda soltanto il presente, ma include il passato, fino a comprendere le sue stesse origini. I guasti provocati dal modo come essa è nata si sono tutti riflessi nell’arco dei quasi quarant’anni di vita dell’Istituto Regionale. Non siamo ancora pervenuti, in Calabria, all’anno zero della REGIONE voluta dalla Carta Costituzionale, e con questa locuzione vogliamo riferirci all’anno in cui il massimo Ente Autonomo Territoriale dovrà essere, finalmente, strutturato ed organizzato, fino al punto di poter conseguire efficienza ed efficacia concorrenziale con quella acquisita nelle Regioni più progredite d’Italia.
Questo obiettivo, allora, deve essere disegnato e cronoprogrammato in maniera che la prossima legislatura rintracci l’anno zero e, dunque, la svolta invocata ed attesa dai cittadini e consegua l’approdo ad un modello di governance che, assumendo come vincolo il metodo della programmazione, sia in grado di governare la Calabria, coinvolgendo nell’azione di governo gli attori sociali e conseguendo risultati visibili e misurabili in termini di crescita culturale,civile, economica e sociale.
Sotto questo profilo, non è stata felice, anzi, risulta grave ed incomprensibile, la scelta di abolire dallo Statuto della Regione la Consulta dell’Ambiente, il Consiglio Regionale dell’Economia e del lavoro, la Consulta Statutaria. Quest’ultima scelta, in particolare, sicuramente più grave delle altre,azzera, infatti, gli auto-controlli (dopo quelli amministrativi vengono aboliti anche quelli sulle leggi).
Specialmente nell’ultimo decennio, insomma, le carenze nell’azione complessiva di governo della Calabria sono state del tutto evidenti, malgrado la crescita delle risorse economiche disponibili.
Punto ed a capo, dunque, per uno start-up da lungo tempo atteso e di importanza vitale per la nostra terra.
Così come ha fatto in questi cinque anni, l’Associazione,anche per il futuro, farà ancora la sua parte e sarà presente nel dibattito politico ed istituzionale: lo avverte come momento di impegno politico in difesa dei valori della Carta Costituzionale e come esigenza di partecipazione al disagio della popolazione calabrese.

 

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